Simone Viburni.

Marketing Archetipico: Archetipi e inconscio collettivo.

Un viaggio attraverso il Profondo Legame tra Psiche, Branding e Connessioni Emotive

Indice dei contenuti

Introduzione

Nel vasto panorama del marketing, gli archetipi, basati sul lavoro di C.G. Jung e James Hillman, offrono una mappa ricca di comportamenti umani, permettendo alle aziende di comprendere meglio le motivazioni e le aspirazioni dei consumatori e parlare alla loro Anima.
Questi archetipi, radicati nell’inconscio collettivo, svolgono un ruolo cruciale nella creazione delle strategie di branding.

Archetipi e inconscio collettivo

Carl Gustav Jung, pioniere della psicologia analitica, osservò nei suoi pazienti un aspetto affascinante: all’interno del loro materiale psichico, proveniente da sogni, allucinazioni, deliri e contenuti di ordine sia normale che nevrotico, si trovavano pattern narrativi e immagini che non potevano essere spiegati da esperienze precedenti del soggetto o da contaminazioni culturali.

Trovò anche nella mitologia, nei  racconti, nelle fiabe provenienti da diverse culture e più in generale in tutto ciò che è materiale immaginativo delle invarianti, ovvero dei temi narratologici e delle immagini ricorrenti, in misura indipendente dalla contaminazione e dalla provenienza culturale.
Queste forme narratologiche contribuivano anche e in modo significativo, a determinare la storia delle persone.

Questo particolare aspetto emergeva soprattutto nei sogni dei bambini.
Risultava improbabile infatti che esperienze così complesse fossero state vissute dai bambini stessi. Ipotizzò quindi che l’essere umano nasce con una dotazione filogenetica molto articolata, vasta e complessa.

La teoria degli archetipi, che in origine Jung chiamò sistemi motivazionali, fu una grande rivoluzione.
Nei primi anni del 900, infatti, per rimanere nel dibattito scientifico, non era ipotizzabile parlare di ereditarietà di strutture psichiche così sofisticate e complesse, tanto che lo stesso Jung tenne bene nascosta questa sua teoria per molto tempo.
Per la scienza di quegli anni infatti, tutto era basato sulla libido, un’entità psico-fisica molto generica, la quale, secondo il pensiero dell’epoca, non influisce sulla personalità, perché essa si struttura sulla base dell’introiezione del rapporto con l’ambiente. Quindi nessuna struttura ereditaria poteva influenzare il comportamento di un’individuo.

Successivamente, con l’arrivo di Lorenz e soprattutto di Bolwby, che con la teoria dell’attaccamento ipotizzò anche lui la presenza di modelli di comportamento innati, la teoria degli archetipi trovò terreno libero.

Gli archetipi, quindi, possiamo definirli come l’insieme del bagaglio genetico che si attivano in rapporto con l’ambiente dal quale viene modulato e prende forma.
L’insieme di tutto ciò Jung lo chiamò inconscio collettivo: inconscio perché non presente allo stato cosciente, collettivo perché presente in ogni essere umano.

Connessione tra Archetipi e Marketing

Nel contesto del marketing, gli archetipi, sono utilizzati per comprendere meglio i desideri, i bisogni e i comportamenti dei consumatori.
I Brand e le campagne di marketing spesso si “sintonizzano” su archetipi specifici per creare connessioni emotive e parlare con l’Anima del proprio pubblico.

L’utilizzo di una determinata narrazione, immagine o parola infatti, porta il materiale psichico ad organizzarsi attorno questo nucleo centrale (archetipo), evocando un’emozione.

Sebbene il concetto degli archetipi sia estremamente vasto e complesso, e per comprendere la loro dinamica sarebbe utile affrontare anche la dinamica della teoria dei complessi, possiamo esplorare i principali archetipi in modo sintetico per comprendere come i grandi brand si siano “sintonizzati” su di essi, al fine di individuare il target di riferimento attraverso le proprie campagne pubblicitarie.

Applicazione Pratica nel Marketing

Le strategie di marketing archetipico si concentrano sull’uso consapevole di questi archetipi per:

  1. Definire l’identità del marchio: Identificare l’archetipo principale aiuta a plasmare la personalità del marchio e a creare una connessione emotiva con il pubblico.
  2. Comunicare in modo efficace: Utilizzare narrazioni e immagini che evocano gli archetipi scelti in modo da costruire un’esperienza coinvolgente per i consumatori.
  3. Creare fedeltà al marchio: Gli archetipi possono creare un legame duraturo con il pubblico, poiché si basano su concetti e simboli radicati nell’inconscio collettivo.
  4. Differenziarsi dalla concorrenza: Un uso unico degli archetipi può distinguere un marchio dagli altri nel settore.

Gli Archetipi: Daimon, Punti di forza, Punti Deboli e Brand

L’elenco degli archetipi può variare a seconda delle interpretazioni e degli studiosi che ne discutono, poiché Jung stesso non ha fornito un elenco definitivo o rigido.
In questa descrizione, per quanto possibile ho voluto fornire la visione più vicina al lavoro di C.G. Jung.

  1. L’OMBRA:
    Daimon
    : Esplorare l’aspetto oscuro e represso della personalità per favorire l’integrazione.
    Punti di Forza: Confronto con la verità interiore, potenziale per la crescita personale.
    Punti Deboli: Rischio di comportamenti distruttivi o repressi se non affrontato.
    Esempi di Brand: Axe (Unilever), Harley-Davidson.

  2. L’ANIMA:
    Daimon: Esplorare l’aspetto femminile e inconscio nella psiche di un uomo.
    Punti di Forza: Sensibilità emotiva, connessione con la creatività e la cura.
    Punti Deboli: Rischio di instabilità se non integrata adeguatamente.
    Esempi di Brand: Dove, L’Oréal, Estée Lauder.

  3. L’ANIMUS:
    Daimon: Esplorare l’aspetto maschile e inconscio nella psiche di una donna.
    Punti di Forza: Razionalità, assertività, leadership.
    Punti Deboli: Rischi di comportamenti autoritari o di mancanza di empatia.
    Esempi di Brand: Gillette, IBM.

  4. Il SÉ:
    Daimon: Raggiungere l’integrità e la totalità della personalità.
    Punti di Forza: Senso di realizzazione, equilibrio, autenticità.
    Punti Deboli: Rischio di rigidezza eccessiva o di mancanza di flessibilità.
    Esempi di Brand: Apple, BMW, Rolex.

  5. L’EROE:
    Daimon: Affrontare sfide, superare ostacoli e raggiungere la grandezza personale.
    Punti di Forza: Determinazione, coraggio, aspirazione al successo.
    Punti Deboli: Rischio di comportamenti arroganti o eccessivamente competitivi.
    Esempi di Brand: Nike, Adidas, GoPro.

  6. LA MADRE:
    Daimon: Rappresentare la cura, la protezione e la guida.
    Punti di Forza: Compassione, empatia, senso di sicurezza.
    Punti Deboli: Rischio di diventare soffocante o iperprotettivo.
    Esempi di Brand: Johnson & Johnson, Huggies, Gerber.

  7. IL PADRE:
    Daimon: Simboleggiare l’autorità, la protezione e la disciplina.
    Punti di Forza: Forza, leadership, sicurezza.
    Punti Deboli: Rischi di comportamenti autoritari o di essere troppo severo.
    Esempi di Brand: Mercedes-Benz, Rolex, IBM.

  8. IL VECCHIO SAGGIO:
    Daimon: Rappresentare la saggezza, l’esperienza e la guida.
    Punti di Forza: Conoscenza, calma, pazienza.
    Punti Deboli: Rischio di diventare rigido o distante.
    Esempi di Brand: National Geographic, TED, Harvard.

  9. IL BAMBINO DIVINO:
    Daimon: Simboleggiare l’innocenza, la spontaneità e il potenziale creativo.
    Punti di Forza: Curiosità, creatività, senso di meraviglia.
    Punti Deboli: Rischio di essere ingenuo o capriccioso.
    Esempi di Brand: Disney, Nintendo.

  10. ETERNO FEMMININO:
    Daimon: Rappresentare l’eternità, la bellezza e il ciclo della vita.
    Punti di Forza: Grazia, intuizione, connessione con la natura.
    Punti Deboli: Rischio di essere troppo idealista o distante dalla realtà.
    Esempi di Brand: Chanel, Lancôme, Tiffany & Co.

  11. IL MAGO:
    Daimon: Incarnare l’aspetto giocoso, creativo e misterioso.
    Punti di Forza: Inventiva, umorismo, libertà.
    Punti Deboli: Rischio di essere instabile o non prendersi sul serio.
    Esempi di Brand: Ben & Jerry’s, Old Spice, M&M’s.

  12. IL NEMICO:
    Daimon: Rappresentare la figura dell’avversario, dell’ostacolo o della contrapposizione.
    Punti di Forza: Resilienza, sfida, determinazione.
    Punti Deboli: Rischio di generare conflitti e divisioni.
    Esempi di Brand: Apple vs. Microsoft, Coke vs. Pepsi, Burger King vs. McDonald’s.

In Sintesi

In questo viaggio attraverso il mondo degli archetipi e del marketing, ci siamo immersi nell’intricato tessuto della psiche umana e delle strategie di branding.
Abbiamo scoperto come nel “lato marketing” i simboli e le immagini universali risuonino profondamente nel nostro subconscio, plasmando non solo le nostre decisioni di acquisto, ma anche il modo in cui percepiamo il mondo che ci circonda.

L’analisi delle dinamiche degli archetipi nel marketing non è solo un esercizio “commerciale”, ma un’affascinante incursione nell’inconscio collettivo che ci definisce. Ha il potere di spingerci oltre i confini della consapevolezza, invitandoci a esplorare la connessione tra l’io e l’inconscio e come il materiale psichico si aggreghi ad un nucleo centrale emotivo o ad una tonalità affettiva.

L’uso consapevole degli archetipi nel branding ci offre la possibilità di comprendere meglio chi siamo e quale impatto vogliamo avere nel mondo.

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